Sbaglia chi cede alla tentazione di affidarsi acriticamente all’intelligenza artificiale generativa, ignorando due regole fondamentali: un prompt (richiesta) molto dettagliato e una verifica attenta dei risultati. Ieri ho simulato la richiesta di un operatore di un hotel di Avellino che deve preparare un programma per un’escursione di due clienti alloggiati che vogliono trascorrere una giornata a Paestum.
In seguito all'annuncio social del MOOC “Innovare l'insegnamento con l’Intelligenza Artificiale” pubblicato dal polo per la Transizione Digitale di Avellino sulla piattaforma Scuola Futura (codice id 284692), alcuni colleghi mi hanno chiesto maggiori dettagli sul corso.
Il MOOC è strutturato in sette moduli, ciascuno dei quali include una video-lezione, un file PDF con approfondimenti e un quiz composto da cinque domande a risposta chiusa, che occorre completare con successo prima di poter accedere al video successivo. I corsisti possono tentare il quiz tutte le volte che desiderano, quindi eventuali errori non rappresentano un ostacolo al completamento del modulo. I primi due moduli sono introduttivi e intendono fare chiarezza sulla tecnologia, gli altri cinque moduli sono di tipo applicativo.
Un mio articolo pubblicato da 'Nuovo Meridionalismo' sul numero di giugno-agosto 2024
Anche se non sai programmare, in questi tre video ti mostro come, grazie alla IA, potresti essere in grado di:
🔵1📂 creare automaticamente la struttura di un repository scolastico 👉🔗🎥https://youtu.be/oj6EFaGrDqU 🔗📰leggi
🔴2🌐 pubblicare una web app che supporti questa struttura 👉🔗🎥https://youtu.be/wpvolSOB8yY 🔗📰leggi
🟣3📝 produrre un modulo Google per una verifica in un lampo 👉🔗🎥https://youtu.be/NzLhRRBLjCI 🔗📰leggi
- per tutti gli altri video e per iscriverti al canale YouTube 👉 https://www.youtube.com/@LeonardoDiFilippo
Dopo aver scoperto (in questo precedente video) come creare automaticamente la struttura di un repository scolastico anche senza saper programmare, facciamo un passo avanti: realizziamo una webapp che supporti questa struttura, eliminando la necessità di cercare manualmente le cartelle su Google Drive.
Dai due corsi che ho tenuto di recente ho tratto un’indicazione interessante riguardo alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nel lavoro dei docenti. Durante il corso intitolato “Intelligenza Artificiale e didattica: un corso introduttivo per insegnanti”, un argomento che ha suscitato un enorme interesse è stato l'uso dell'IA generativa per la creazione di script software, al fine di consentire agli insegnanti privi di competenze di programmazione, ma comunque a loro agio con la tecnologia, di svolgere compiti specifici in modo più efficiente.
Un po' in anticipo rispetto al solito, è già arrivata la consueta filippica ministeriale contro i cellulari a scuola per il nuovo anno scolastico. Ed è da quando insegno che vedo nei vertici scolastici questa contraddizione: da un lato ci propongono corsi su metodologie didattiche fondate sul digitale, ci spingono verso la transizione digitale, incentivano la dematerializzazione e indicano come obiettivo lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti. Dall'altro, partono crociate periodiche contro il “cellulare” e l’uso dello “smartphone” in classe.
Non credo che l'intelligenza artificiale generativa sostituirà lo sviluppatore umano nella realizzazione di un vero progetto software. Può sostituirlo egregiamente invece nella realizzazione di piccoli task, quelli per i quali, in assenza di competenze specifiche, nelle scuole ad esempio, si opta per la gestione manuale.
Ho appena creato il gruppo LinkedIn “Innovazione, Formazione e Tecnologie nella Scuola” con l’obiettivo di realizzare un punto d’incontro per tutti i docenti che credono che le tecnologie e la formazione ad esse connessa debbano essere al servizio dell’efficacia didattica e dell’efficienza operativa. Questo gruppo vuole promuovere l’uso delle tecnologie come strumenti per migliorare l’insegnamento, evitando che diventino un fine a sé stante o, peggio, un elemento di complicazione degli adempimenti burocratici. 💡📚💻🏫
L'ho creato su LinkedIn perché, pur essendo membro di vari gruppi specifici su Facebook come molti altri insegnanti, ho notato che l'argomento 'scuola' è poco presente su LinkedIn. Le due piattaforme hanno utilizzi diversi: mentre su Facebook si discute di una vasta gamma di argomenti, dall'intrattenimento a quelli professionali, LinkedIn è più focalizzato sull'aspetto professionale. Per questo motivo mi piacerebbe vedere sempre più colleghi anche su LinkedIn e in questo gruppo.
🔗 Il gruppo è a questo link: https://www.linkedin.com/groups/9857505/
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Un glossario preso dal libro di testo 📚 oppure dal web 🌐 non stimola affatto gli studenti, è semplicemente qualcosa da copiare/incollare o da sbirciare durante un’interrogazione. Non certo da leggere e approfondire. Generarlo con l’AI 🤖 è diverso. Lo studente vede che cambiando il prompt ✍️ il risultato cambia e giudica quale versione preferisce. Può intervenire per avere descrizioni più o meno lunghe e dettagliate, chiedere un linguaggio tecnico o piuttosto semplice e accessibile.
Tempo fa la politica discuteva di 'sugar tax', cosa opportuna secondo me, ma non se ne fece nulla. Talora faccio il rompiscatole con gli studenti, inducendoli a leggere la lista degli ingredienti di ciò che acquistano o che portano da casa. Oggi ho fatto un salto di qualità (come rompiscatole). Mi sono messo per qualche minuto accanto al distributore a scansionare con l’app che uso al supermercato (e che mi sembra affidabile) i prodotti che l’alunno malcapitato prelevava.
E per la prima volta ho visto un prodotto con un punteggio di 0 su cento! Non ho dubbi che sia tutto legalmente in regola, immagino che le società che installano questi distributori nelle scuole abbiano una regolare licenza di somministrazione di alimenti e che i prodotti siano regolarmente in commercio e privi di ingredienti proibiti. Ma questo non impedisce di vendere ad adolescenti uno snack con quattro additivi, di cui tre segnalati potenzialmente a rischio, e pieno di sale. Oppure bevande piene di zuccheri e additivi.