Oggi reagiamo con enorme stress verso ogni minimo disagio e spesso proprio tale stress ci fa soffrire più della causa che ne costituisce l’origine . Basta pensare ai condomini, che sono diventati il regno delle intolleranze, alle liti nelle code di attesa o nel traffico automobilistico, oppure ai luoghi di lavoro, che sono ormai spesso il luogo delle recriminazioni e delle polemiche .
Una caratteristica positiva che invece emerge dai diari di mio nonno, e che forse non era una sua "esclusiva" ma proprio una peculiarità della sua epoca, è
che si reagiva, generalmente, ad immensi disagi con una sorta di “saggio distacco” e si evitava così lo stress aggiuntivo dovuto ai sentimenti negativi. Nelle lettere ci sono tanti esempi di ciò che dico. Ne riporto uno; mio nonno scrive in una lettera spedita dal fronte della Grande Guerra, mentre si trovava in montagna in Trentino :
“si dorme sotto la tenda, la quale ci dona lo spazio di solo due metri quadrati per 4 persone, così non ci si può girare, i due che sono ai lati poi, non possono stare che distesi, tutto questo mese ha piovuto e piove, così non solo ci tocca lavorare lo stesso, ma quand’è che vuoi riposarti non ti devi muovere se non vuoi che ti piove addosso perché toccando i teli, incominciano a gocciolare, vedi bene perciò che non posso scriverti tanto spesso quale sarebbe mia volontà”.
In questo brano c’è sofferenza, ma non c’è alcun sentimento negativo, come rabbia, sconforto, recriminazione. La prima volta che l’ho letto mi sono venute in mente le liti quasi quotidiane che avvengono, un po’ in tutti gli uffici, sulla temperatura alla quale regolare l’impianto di aria condizionata, ove sembra che un solo grado centigrado di differenza possa quasi determinare conseguenze ai diversi contendenti, per troppo caldo o per troppo freddo a seconda dei casi. Che la specie umana stia smarrendo la capacità di adattamento ? Speriamo di no, la storia dell’evoluzione dimostra che solo le specie che ne sono dotate non si sono estinte.