I complimenti fanno sempre piacere. Quando poi vengono da persone non avvezze a frasi di circostanza e indicano una qualità in cui non ti riconosci (anzi temevi, e temi, di avere il difetto opposto), diventano interessanti spunti di riflessione su sé stessi. Però riflettendoci è vero che, almeno limitatamente al web, evito lo scontro divisivo e detesto la logica del tifoso.
E credo di aver capito perché, lo faccio istintivamente perché conosco il web da sempre e ho nostalgia del web 1.0, dell'internet di una volta. Frequento il web da quando è iniziata la sua prima diffusione. Ho creato il primo sito nel 1996 usando solo html. Ma in realtà "navigo" da ancor prima, negli anni precedenti al web, con le reti BBS e il modem a 1200 bps (o forse anche meno all'inizio, non sono sicuro, ormai sono ricordi vaghi) su linea commutata, quasi diecimila volte più lento della linea che ho oggi a casa e della quale i miei figli qualche volta si lamentano pure.
In quei contesti i gruppi di discussione (l'equivalente degli odierni social) riunivano persone con interessi omogenei e spesso con skill tecnico. Le discussioni accese c'erano anche allora, però avevano una logica diversa, tutti eravamo lì per imparare. Navigando, sceglievamo liberamente i siti da visitare, non seguivamo passivamente i link che gli algoritmi dei social di oggi ci mettono sotto il naso.
Si era aperto un mondo con la rete, l'accesso all'informazione e al confronto di esperienze era da tutti vissuto come un'opportunità piovuta dal cielo, preziosissima. Il confronto con la rete di oggi è impietoso, ora tutti parlano, nessuno ascolta, tutti cercano conferme all'idea che hanno sposato, nessuno cerca un punto di vista diverso per cambiare idea. Si cerca l'avversario da attaccare. Tifosi, solo tifosi, e non ci si accorge che non serve a nulla.