Chi ha pressappoco la mia età ed ama la tecnologia e le scienze informatiche ha goduto di una fortuna, ha potuto assistere quasi completamente ai sorprendenti cambiamenti causati dall'avvento dei computer. Una macchina che estende le capacità del nostro cervello, ci fa accedere ad una memoria collettiva immensa e annulla le distanze di spazio e di tempo nelle interazioni umane.
Ogni rivoluzione ha i suoi risvolti negativi, ma i lati positivi di quella che abbiamo vissuto sono enormemente superiori (non manca chi afferma il contrario, però non vedo nessuno che poi si comporti di conseguenza, rinunciando al web e gettando il telefono nei rifiuti).
E il bello è che i cambiamenti in arrivo fanno impallidire quelli che abbiamo già vissuto. Nei prossimi anni le applicazioni dell'intelligenza artificiale impatteranno gran parte delle attività umane. Molti lavori non saranno più richiesti, altri saranno fortemente ridimensionati e nuovi si diffonderanno. Molte innovazioni miglioreranno la nostra vita e nuovi rischi la mineranno. Non voglio qui impantanarmi in un'opinione complessiva, perché è argomento di discussione comune di questi tempi e la mia non aggiungerebbe nulla.
Ma vorrei comunque condividere tre riflessioni:
Auspico che l'IA generativa possa indurre, in politica, un recupero di un minimo di oggettività. Ormai siamo ostaggio di una logica da tifosi, per cui su qualsiasi tema una parte deve necessariamente avere una visione opposta all'altra e, quel che è peggio, le persone ormai aderiscono acriticamente e senza eccezione alcuna alla posizione della propria area di appartenenza. Una IA per sua natura potrebbe comporre i punti di vista, generandone di nuovi, attenersi maggiormente ai fatti e alle evidenze e incoraggiare finalmente un pensiero più libero.
La burocrazia è uno dei nostri mali peggiori e tra i più resistenti; ha dalla sua la tendenza all'abitudine insita nell'essere umano; quando l'IA avrà sostituito gran parte degli addetti mi aspetto una semplificazione dei processi e una drastica riduzione degli errori.
Concentriamoci sì sulla prevenzione dei rischi della IA, ma liberiamola dall'accusa sulla violazione del diritto d'autore. Aumentano, soprattutto oltre oceano, le cause fondate sul materiale usato dalle IA per addestrarsi e ciò rischia di diventare un freno. In fondo qualsiasi essere umano che scriva un articolo basato non su una bibliografia, ma semplicemente sui propri pensieri e sulla propria esperienza, usa inconsciamente tutto ciò che ha letto e studiato in passato; non per questo gli autori di quei testi, a partire da quelli scolastici, possono accampare diritti.