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"Acquista cosa nella tua gioventù che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento." (Leonardo da Vinci)

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L'uscita dalla DAD

uscita dalla DADsPrescindendo dalla situazione epidemiologica, dalla valutazione del rischio, dall'impatto reale delle scuole sulla diffusione dei contagi, tutte cose che preferisco lasciare agli esperti e alle autorità preposte, anche per non entrare nella stantia contrapposizione NO-DAD / SI-DAD, vorrei fare una riflessione sulla modalità di uscita dalla DAD.

Infatti, mentre si discute molto sull'opportunità o meno di svolgere attività in presenza, si mette meno in dubbio il fatto che la transizione debba avvenire attraverso una fase di didattica integrata, con una parte di alunni in collegamento e una parte in presenza.

E questo a me sembra un errore. Ho già avuto modo di sperimentare per poco tempo la doppia platea e posso dire (e con me tutti i colleghi con i quali mi sono confrontato) che non si riesce a seguire adeguatamente i ragazzi in collegamento remoto, quando si deve controllare e interagire con quelli in presenza.

Riflettiamo invece sui dati di fatto, che sono sotto gli occhi di tutti gli insegnanti di scuola superiore.

Con una gran parte degli alunni, i risultati in DAD sono equivalenti e in alcuni casi superiori a quelli in presenza. Ai non insegnanti che ironizzano su affermazioni di questo tipo mi piacerebbe poter presentare alcuni miei alunni che in presenza appartenevano al gruppetto che in classe ha un atteggiamento non collaborativo e che ora da casa si impegnano con buon rendimento.
Il problema della DAD sono invece gli alunni che continuano a non partecipare attivamente e sui quali è molto più difficile intervenire stando a distanza. E poi altri alunni che mostrano oggettive difficoltà nella modalità DAD.

Perché allora non trovare una formula che intervenga nel transitorio sul problema vero? Per esempio, provo a immaginare, rimodulare gli orari, liberando il docente dalla DAD un giorno alla settimana. In quel giorno egli potrebbe ricevere a scuola, con appuntamenti orari e pochi alla volta, gli alunni che decide di convocare. Per una spiegazione di recupero, per fare un esercizio insieme, per verificare. Credo che questo affronterebbe il problema concreto e motiverebbe gli alunni, che quantomeno cercheranno di non farsi convocare ancora.

Non so se questa idea è valida, però credo che bisognerebbe comunque cercare le soluzioni con un approccio di questo tipo, non manicheo e che muova dai problemi sul tappeto.

PS : ... e comunque vaccinare subito tutti gli insegnanti

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